Tino (Τήνος) è un'isola del Mar Mediterraneo appartenente all'arcipelago greco delle Cicladi vicino alle isole Andro, Delo e Micono. Dal punto di vista amministrativo è un'unità periferica nella periferia dell'Egeo Meridionale costituita unicamente dal comune omonimo con una popolazione di 8.636 abitanti al censimento 2011.
Dopo la caduta di Costantinopoli nel corso della IV crociata, Tino, con Xia, Micono, Sciro, Sciato, Scopelo, Amorgo e Serfanto divenne possesso della famiglia veneziana dei Ghisi, quale feudo dell'imperatore latino di Costantinopoli. Nel 1390 la Repubblica di Venezia se ne impadronì e da allora ne tenne il possesso fino al 1715, facendone un'importante base militare. Sotto il governo veneto, l'isola era sede di un rettore con titolo di Provveditore, che governava nel rispetto degli ordinamenti dati a suo tempo dai Ghisi. Alle sue dipendenze era un castellano, il quale aveva il comando della fortezza e del presidio militare, il quale era coadiuvato per la difesa dell'isola da una milizia locale. La nobiltà era costituita dai discendenti dei 69 feudatari che si erano divisi tutte le terre ai tempi dell'inizio del dominio veneto, con l'impegno di prestare servizio armato agli ordini del Provveditore in caso di pericolo. Nel 1640 la popolazione assommava a 9000 abitanti, per i 3/4 cattolici. L'isola è famosa per il fatto di ospitare il santuario panellenico della Vergine Maria "Evangelistria" (Annunciata) o "Megalochari" (colei che concede grandi grazie). Il ritrovamento dell'icona venerata, raffigurante appunto l'Annunciazione, avvenne il 30 gennaio 1823 e fu considerato miracoloso. Questo fatto ebbe anche un'importanza nella guerra di liberazione della Grecia dal dominio turco. La presenza del santuario fa di Tino una delle più frequentate mete di pellegrinaggio in Grecia.