Lingua norvegese
Il norvegese è una lingua appartenente al sottogruppo delle lingue germaniche settentrionali, del gruppo delle lingue germaniche e della famiglia delle lingue indoeuropee.
Il norvegese si caratterizza per il fatto di possedere due diverse forme scritte, entrambe usate ufficialmente in Norvegia: il Bokmål e il Nynorsk.
* Il Bokmål (lingua dei libri) viene usato dalla maggioranza della popolazione ed è basato sul danese scritto. Il danese, infatti, fu lingua ufficiale in Norvegia per molti secoli durante l'unione con la Danimarca (vedi anche: Storia della Norvegia).
* Il Nynorsk (nuovo norvegese), usato dal resto della popolazione, è stato creato da Ivar Aasen dall'unione di molti dialetti rurali norvegesi, soprattutto delle aree della costa occidentale.
La definizione di «lingua» nel contesto norvegese è abbastanza diversa da quella che si assume in italiano; per «lingua italiana» si intende una certa forma scritta, da pronunciarsi in un certo modo; eventuali deviazioni sono considerate errori, imperfezioni o dialetti. In norvegese, sia Bokmål che Nynorsk sono considerate «norvegese». Inoltre l'uso del dialetto, inteso come varietà locale della lingua, è comunemente accettato, anche nello spazio pubblico (discorsi politici, lezioni universitarie, eccetera), e anch'esso viene considerato pienamente «norvegese».
I comuni norvegesi possono decidere indipendentemente se usare principalmente l'una o l'altra forma come forma scritta ufficiale. Molti comuni (tra cui molti di grandi dimensioni, come Oslo) decidono di rimanere però neutrali e usare sia il Bokmål che il Nynorsk.
L'alfabeto norvegese è composto da 29 lettere: Aa, Bb, Cc, Dd, Ee, Ff, Gg, Hh, Ii, Jj, Kk, Ll, Mm, Nn, Oo, Pp, Qq, Rr, Ss, Tt, Uu, Vv, Ww, Xx, Yy, Zz, Ææ, Øø, Åå.
In principio sono elencate tutte le vocali e dittonghi in pronuncia standard, in seguito si trovano tutte le consonanti e i digrafi o cluster con la lettura irregolare o con una varietà di pronuncia. L'accento cade sulla prima sillaba, tranne se la parola inizia col prefisso "be-" oppure "for-": in tal caso, si sposta sulla seconda. Nei prestiti, di solito cade sull'ultima.
In alcune parole, per disambiguare le omografie con diversi significati, ci possono essere più versioni con i diacritici. Si hanno fino a quattro casi: parole senza diacritico, accento grave, accento acuto e accento circonflesso. Quattro esempi sono: for (preposizione), fòr (sostantivo #1) fór (verbo), fôr (sostantivo #2).