Lingua slava ecclesiastica

Lingua slava ecclesiastica
Lo slavo ecclesiastico (in slavo ecclesiastico словѣ́нскїй ѧ҆зыкъ, slověnskij ęzykŭ, in bulgaro църковнославянски език, cărkovnoslavjanski ezik, in macedone црковнословенски јазик, crkovnoslovenski jazik, in russo церковнославя́нский язы́к, cerkovnoslavjánskij jazýk, in serbo црквенословенски језик/crkvenoslovenski jezik, in slovacco cirkevnoslovanský jazyk, in rumeno slavonă bisericească, in croato crkvenoslavenski/staroslavenski jezik) è la lingua liturgica della Chiese ortodosse nazionali bulgara, macedone, russa e serba, oltre ad altre Chiese ortodosse dell'area slava. È adottata, come seconda lingua dopo le lingue nazionali, anche dalla Chiesa cattolica di rito bizantino, diffusa in Ucraina e Slovacchia. Inoltre fu adottata anche dalla Chiesa cattolica di rito latino in diverse nazioni (in parti della Croazia dal medioevo).

Storicamente questa lingua deriva dall'antico slavo ecclesiastico, adattandone la pronuncia e l'ortografia e rimpiazzando alcune parole od espressioni antiquate e di significato oscuro con le loro controparti vernacolari (ad esempio dall'antico russo).

Prima del XVIII secolo, lo slavo ecclesiastico era largamente in uso come lingua letteraria in Russia. Nonostante non venisse mai parlata al di fuori delle funzioni religiose, i membri del clero, i poeti ed i colti usavano questa lingua per esprimersi per iscritto. Durante il XVII ed il XVIII secolo lo slavo ecclesiastico venne gradualmente rimpiazzato dal russo, e il suo uso viene limitato strettamente alle funzioni religiose. Anche se negli anni 60 del XVIII secolo Michail Lomonosov indicava ancora lo slavo ecclesiastico come lo stile alto del russo, all'interno della Russia questo punto di vista svanì durante il XIX secolo. Gli elementi dello stile slavo ecclesiastico sono sopravvissuti però a lungo tra i Vecchi credenti, dopo lo scisma del tardo diciassettesimo secolo nella Chiesa ortodossa russa.

Lo slavo ecclesiastico (con varie modifiche) veniva usato come lingua liturgica e letteraria anche in altri paesi ortodossi, come Bielorussia, Ucraina, Romania, Serbia, Bulgaria e Macedonia, finché non venne rimpiazzato dalle lingue nazionali (l'uso nelle funzioni religiose persiste).

Nonostante entrambe siano lingue slave, lo slavo ecclesiastico presenta caratteristiche morfologiche e fonologiche che la ascrivono al gruppo delle lingue slave meridionali. Molte parole sono entrate a far parte del russo come prestiti dallo slavo ecclesiastico e presentano mutamenti fonetici tipici non delle lingue slave orientali ma di quelle meridionali (come l'assenza della Polnoglasie e la presenza di žd // al posto di ž //, come risultato della palatalizzazione di gj). Ecco alcuni esempi (La prima parola corrisponde alla variante russa, la seconda è tipica dello slavo ecclesiastico) :

* золото / злато (zoloto / zlato), oro

* город / град (gorod / grad), città

* горячий / горящий (gorjačij / gorjaščij), caldo

* рожать / рождать (rožat' / roždat’), partorire